venerdì, agosto 25, 2006

Ballata degli impiccati

Tutti morimmo a stento
ingoiando l'ultima voce
tirando calci al vento
vedemmo sfumar la luce

L'urlo travolse il sole
l'aria divenne stretta
cristalli di parole
l'ultima bestemmia detta

Prima che fosse finita
ricordammo a chi vive ancora
che il prezzo fu la vita
per il male fatto in un'ora

Poi scivolammo nel gelo
di una morte senza abbandono
recitando l'antico credo
di chi muore senza perdono

Chi derise la nostra sconfitta
e l'estrema vergogna ed il modo
soffocato da identica stretta
impari a conoscere il nodo

Chi la terra ci sparse sull'ossa
e riprese tranquillo il cammino
giunga anch'egli stravolto alla fossa
con la nebbie del primo mattino

La donna che celò in un sorriso
il disagio di darci memoria
ritrovi ogni notte sul viso
un insulto del tempo e una scoria

Coltiviamo per tutti un rancore
che ha l'odore del sangue rappreso
ciò che allora chiamammo dolore
è soltanto un discorso sospeso



Non preoccupatevi, questa triste e splendida canzone non ha niente a che vedere con la mia vita in questo momento, se non gli ascolti che le sto dedicando da un po' di tempo, assieme a tante altre del grande (sì, adesso posso dirlo anche io) Fabrizio de André.

Mi vergogno quasi ad ammettere che sto scoprendo solo adesso la sua meravigliosa arte, e assieme alla sua quella di molti altri autori miei connazionali che nei precedenti 21 anni della mia vita ho stupidamente ignorato, preda di un'esterofilia che nascondeva solo una scarsa cultura musicale, tanto in senso stretto quanto in senso lato. Mi riferisco a quella cultura profonda che permettere di riconoscere un'opera di valore quando capita d'incontrarla, la capacità di sfrondare i propri giudizi da immondi pre-giudizi che per chissà quale motivo uno si porta dietro. Finalmente sento di essere quasi riuscito a liberarmi...




venerdì, agosto 18, 2006

Rieccomi!

Finalmente di nuovo a Firenze dopo queste lunghe vacanze! Ah, la mia vecchia città, il solito trantran quotidiano, la noia imperante nelle lunghe e bollenti ore estive... iniziavano a mancarmi!
Che ci posso fare? Sono un abitudinario, un dannatissimo pelandrone che ama vedere posti nuovi e interessanti ma che alla fine sta bene anche nella propria casetta, con le sue cose (gattame, librame e musicame, in primis), specialmente se immerso in un improduttivo dolce far niente... Eccheccipossofa'?

Comunque, a parte tutto, sono stato davvero bene, tanto in quel di Donoratico quanto nella ridente Vieste, vacanze semplici, sane e divertenti: rivolgo ufficialmente un salutone a tutti i compagni di queste "fuckinG" giornate!

U sì!